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Storia

Il nome di Piea si suppone derivi dal sostantivo latino 'plagia' superficie o terreno declive, oppure dai Signori de Pleya, primi feudatari del paese. Non è escluso però che sia stato il paese a dare il nome ai Signori.

Alcune tracce del borgo si possono individuare già in uno schizzo indicativo delle strade ai tempi dei romani fra Tanaro e Po, e fra Hasta (Asti) e Chivasso.

Il primo documento che fa riferimento al territorio di Piea è del 832 e si tratta della vendita di una vigna posta 'in fine Pladiva'.
Il paese nel 1154, così risulta da una bolla del papa Anastasio IV , è sotto la giurisdizione del Vescovo, e vi si fa riferimento al '.. comìtatum et castrum Plage', prima attestazione dell'esistenza di un castello.

A partire dalla metà del XII secolo, posseggono beni e terre in Piea i conti di Riva e di Biandrate. Questi ultimi, sconfitti ripetutamente da Asti, perdono tutti i loro possessi astigiani, compreso il feudo di Piea, a beneficio dei Riva.

Dopo pochi anni la parte posseduta un tempo dai Biandrate e passata al capitolo della cattedrale in Asti, viene rivenduta al libero Comune di Montechiaro.
Più tardi, questa parte di feudo viene ceduta in parti uguali ai Roero e ai Riva.

Verso la fine del XIV secolo l'ultimo ramo della famiglia dei Riva si estingue e la loro parte di feudo passa alla potente famiglia dei Roero che già possedevano, dal 1349, un ottavo del feudo.

La loro presenza in Piea suscitò inizialmente un diffuso malcontento nella popolazione che sfociò in sollevazioni nel 1358 e nel 1361.

Subentra, dall'inizio del '400 una fase in cui porzioni di feudo passano continuamente di mano, anche al di fuori delle famiglie Roero e Riva.
Dopo un breve dominio dei Savoia sul finire del 1500 passò di nuovo sotto la dinastia di Carlo Roero fino alla fine del 1700. Nel 1793 Orsola, l'ultima discendente dei Roero, andò sposa al marchese Giuseppe Faussone di Clavesana, ma la giovane morì di parto con la bimba.

Nel 1829 nella proprietà subentra Carlo Annibale dei Faussone di Clavesana. 

Finita la dinastia del quel ramo dei Roero, e con l'avvento dei vari statuti comunali, i proprietari del castello mantennero solamente la rendita delle loro cascine e perdettero i diritti sul paese di Piea.

Dopo un periodo di guerre e carestie, nella seconda metà dell'ottocento si sviluppò l'agricoltura, grazie anche a numerose famiglie insediatesi nel territorio.

Nel 1880, quando i diritti feudali sono da tempo aboliti, perviene al genovese Raffaele Bombrini e, alla sua morte, tramite il matrimonio della figlia Maria, ai della Croce di Doiola.

Il paese avrebbe dovuto essere anche sede di una stazione ferroviaria, se la ferrovia Asti-Montechiaro-Chivasso avesse seguito il primo tracciato, e se la seconda Torino-Chieri-Piovà Monferrato non fosse rimasta solamente un progetto su carta.